Pillola a cura dell'avvocato Emilio Costarella
Con il comunicato stampa n. 143/23, la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha decisamente puntato i riflettori sulla sentenza resa dal Tribunale dell’Unione europea nella causa T-131/16 in tema di misure fiscali qualificabili come aiuti di Stato. Alla posa in risalto ha senza dubbio contribuito il percorso non lineare seguito dagli organi dell’Unione per approdare all’arresto in parola: già nel 2016 la Commissione europea aveva emesso una decisione con cui constatava che la normativa fiscale del Belgio integrasse un regime di aiuti di Stato nella misura in cui esonerava i c. d. utili «in eccesso» - e cioè gli utili che entità autonome comparabili avrebbero realizzato in circostanze simili - delle entità belghe facenti parte di gruppi multinazionali.
La prima pronuncia del Tribunale, che propendeva per le ragioni del Belgio e dei soggetti beneficiari, era stata annullata dalla Corte di giustizia che aveva rinviato la causa al Tribunale proprio affinché quest’ultimo statuisse – come appena fatto - sulla qualificazione di detto regime come aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107 TFUE.